Arte decorativa tra le più note nel mondo, vera e propria manifestazione di maestria di donne e uomini che nel tempo hanno affinato tecniche e strumenti fino a raggiungere la perfezione, il ricamo è un vero e proprio patrimonio umano, materiale e immateriale, da sempre rappresentativo di conoscenza, ma anche potere e virtù.
Non è un caso che, nel dicembre 2021, l’arte del ricamo in Palestina sia entrata a far parte della lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO, l’agenzia culturale delle Nazioni Unite: un riconoscimento importante, che manifesta quanto il ricamo (e, dunque, anche la storia del ricamo) sia un genere artistico a tutti gli effetti, da conservare e valorizzare proprio come si fa con quadri e statue.
Ma quando nasce il ricame? Quali sono le sue terre d’origine? E quando viene importato in Italia? Quali sono le sue evoluzioni nel tempo? Ebbene, in questo articolo cercheremo di dare una risposta a tutte queste domande, accendendo le luci non solo sulla tecnica del ricamo ma anche sulla storia del ricamo, capendo assieme quali sono state le sue evoluzioni nel corso delle epoche, fino ai giorni nostri. Iniziamo!
Dove nasce il ricamo?
Partiamo dalle origini del ricamo (il cui nome deriva dal lemma arabo raqam, che significa “segno”, “disegno”): esse restano ancora oggi un mistero. I primi esempi di ricamo, infatti, ci sono pervenuti dall’Egitto e dall’Attica, ma si tratta di esemplari che, per qualità e raffinatezza, presuppongono l’esistenza di una scuola già avviata, forse in Oriente. Nei territori mediterranei, infatti, sono state rinvenute strisce decorative risalenti a secoli prima di Cristo si cui sono per altro già presenti molti punti attuali, quali il punto filza, erba, punto croce semplice e orientale e il gobelin.
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Le origini del ricamo in Italia
La storia del ricamo giunge in Italia solo attorno all’anno Mille: qui, e precisamente in Sicilia, questo genere viene importato dal popolo dominatore dell’epoca, quello dei Saraceni, che nell’isola aprono laboratori di tessitura e di ricamo con il compito di produrre e impreziosire manti cerimoniali di grande pregio. Sarà infatti la Chiesa ad assegnare al ricamo il compito di edificazione religiosa, al punto che nel Medioevo stole e indumenti clericali vengono impreziositi con il ricamo di figure del Vecchio e del Nuovo Testamento (oltre che, fino al XVI secolo inoltrato, di quelle delle tradizioni popolari, della poesia e delle leggende profondamente radicate nell’animo dei popoli).
Nel Quattrocento e nel Cinquecento, poi, come la Storia ci racconta, è documentata la collaborazione fra le “arti maggiori” e le “arti minori”: accade così che grandi maestri di pittura, come il Botticelli e Bartolomeo di Giovanni, preparino i cartoni per i ricamatori che poi li trasferiranno su piviali o paliotti.
L’esplosione della moda del ricamo in Italia
Da questo momento in poi la moda dei ricami coinvolge anche le famiglie laiche e nobili, dove tanto le balie quanto le bambine piccole imparano la tecnica per apprendere un mestiere e per decorare i vestiti dei futuri mariti con la prestigiosa tecnica. Sì, perché nel Settecento l’abbigliamento maschile, rappresentato per lo più da “camiciole” e “velade”, si arricchisce ovunque di ricami per lo più di fiori intrecciati a nastri, nodi d’amore, nappe, conchiglie e piume.
Il ricamo a macchina
Ma la rivoluzione industriale è alle porte: e così, in Inghilterra, intorno alla metà del 1800, inizia a svilupparsi il ricamo a macchina, con l’intento di imitare il ricamo a mano soprattutto nell’esecuzione del punto catenella e del punto pieno. Il processo della meccanizzazione sarà tuttavia a più fasi e porterà, a inizio Novecento, a una vera e propria produzione di massa.
La storia del ricamo giunge, così, fino ai giorni nostri. E noi di Non solo ricami lo sappiamo bene! Se sei alla ricerca di un partner che conosca bene la tecnica e che sia in grado di realizzare il ricamo che meglio ti rappresenta
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